Forio è terra fertile. Il nome deriva da fiorito, perché Il sole che tramonta tardi, favorisce i giardini che fioriscono e l’agricoltura che produce. Forio è il mare, dal quale la gente si è dovuta difendere per gli assalti dei pirati, ma che ha consentito commercio e scambi culturali. Forio è storia con i suoi vicoli e le sue Chiese. Il Torrione racchiude in sé tutto questo. È nato come un baluardo difensivo. Oggi è un punto d’incontro per mostre ed eventi. E al piano superiore propone un’esposizione permanente di un artista straordinario e poco conosciuto: Giovanni Maltese. Visitiamolo insieme.
Il Torrione ieri
Un punto di riferimento per i giovani anni ‘70
Torrione Forio Sala SuperioreUn giorno mi contatta Luigi Castaldi, uno dei fondatori dell’Associazione Radici di Forio. “Perché non vieni a visitare il Torrione?” mi chiede “Il Museo per ora è chiuso al pubblico, ma una visita guidata possiamo farla.” Accetto con molto piacere.
Così un pomeriggio salto in macchina e mentre attraverso Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno, scatta il film dei ricordi. Negli anni ’70 il Torrione era un punto d’incontro importante, un simbolo per la gioventù dell’epoca. Gennaro Zivelli, indimenticato regista e persona di cultura, era riuscito a creare un gruppo teatrale, riunendo intorno a sé un buon numero di giovani isolani. Gli spettacoli che si tenevano nella saletta al primo piano del Torrione, richiamavano tanta gente e alla fine l’immancabile dibattito era sempre molto infuocato. Ma il Torrione era un punto di riferimento anche per altre circostanze. Spesso, giornate come il 25 aprile e il I maggio si concludevano lì, con i canti dei gruppi musicali in voga all’epoca. Si cantava la protesta allora Ma quando l’entusiasmo di quegli anni è finito, anche il Torrione è stato messo in disparte, almeno per un po’.
Il Torrione oggi
mostre, eventi, esposizione permanente dell’artista Giovanni Maltese
Arrivo a Forio, parcheggio l’auto a una buona distanza dal centro per fare due passi sul lungomare. Il Torrione e la cupola di S. Gaetano si avvicinano allo sguardo. Prima dell’ingresso in centro, svolto verso il mare. Poi prendo la stradina che mi conduce alla meta.
Proprio a metà della stradina, sorge placido il Torrione. Luigi Castaldi mi attende nella sala superiore, quella che io non conoscevo. La saletta al primo piano, oggi dedicata agli eventi come mostre e presentazioni di libri, è chiusa per lavori di manutenzione.
Luigi Castaldi Torrione ForioSalgo lo scalone e quello che mi si para davanti agli occhi è una storia davvero emozionante. Luigi Castaldi mi accoglie e comincia a raccontare: “L’associazione Radici si è costituita nel 2013. Tra i fondatori il compianto Giuseppe Magaldi, che ne è stato l’anima. Lo scopo è quello di dare un impulso alla cultura, alla conoscenza della storia, in particolare di Forio. Il Torrione è la sede ideale da questo punto di vista. Quando siamo venuti qui, abbiamo dovuto ripulire, sistemare, recuperare”. Sul Torrione evidentemente era caduto il velo dell’oblio. Ma il lavoro è stato efficace. In questa sala superiore sono raccolti tanti lavori di Giovanni Maltese, molti in gesso, altri in bronzo.
Il mio sguardo è attratto dalla finestra che si affaccia sul porto. Il sole comincia a calare, nascondendosi tra le nuvole. Proprio davanti alla finestra una statua in gesso: un uomo su uno scoglio è raggomitolato su se stesso in una smorfia di dolore. “Questa statua riassume la vita di Giovanni Maltese”, mi dice Luigi Castaldi. Anche in altri volti colpisce la sofferenza che talvolta proviene dal mare. Intanto Luigi Castaldi mi racconta la vita dell’artista, che possiamo ritrovare qui, nelle sue opere.
Giovanni Maltese nasce a Forio nel 1852 da una famiglia di agricoltori. E proprio grazie all’arte dell’agricoltura, fin da piccolo sviluppa capacità manuali. Si diverte a lavorare il legno eseguendo piccole opere che destano ammirazione. Nel bel mezzo della sua infanzia, un dramma scuote la sua vita: la mamma muore. Il padre poco dopo sposa un’altra donna che evidentemente non lo accetta e così il piccolo Giovanni viene affidato a uno zio. Il ragazzo, pur nella sofferenza, costruisce e insegue i suoi sogni.
A 18 anni, grazie a una borsa di studio ottenuta per intercessione del Sindaco di Forio, riesce a iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, dove può contare su Maestri importanti ed entrare in contatto con altri artisti. Dopo il diploma riesce ad andare a bottega a Roma, dal grande scultore Giulio Monteverde. E fu così che Maltese viene prescelto, insieme ad altri, per decorare il famoso Castello di Chenansau in Francia. Ma la permanenza in Francia non dura molto e nel 1883 è di nuovo a Ischia. E qui un nuovo dramma. Il terremoto distrugge la sua casa, lui si salva per miracolo, ma perde tutti i suoi cari, tranne la giovane cognata.
Agrippina Torrione Forio MalteseA questo punto Giovanni Maltese è solo. Si sente solo. Non sa ancora di poter contare su una grande compagna di vita: la creatività.
Il Comune di Forio gli concede di vivere al Torrione che diverrà la sua casa e il suo studio. Maltese ha rinunciato ai sogni di gloria e tuttavia continua a creare. In questa saletta sono esposte opere in che emozionano.
Il gruppo che ritrae il miracoloso salvataggio di Agrippina mette i brividi. Sembra una scena di oggi.
Colpisce inoltre lo sguardo di Graziella, protagonista del romanzo di Lamartine, che scruta il mare e lo indica con un dito, nella vana speranza del ritorno del suo amato.
Luigi Castaldi mi diceva all’inizio che l’uomo raggomitolato su uno scoglio in una smorfia di dolore racchiude la vita di Maltese. Forse perché l’artista – è una mia interpretazione – dopo aver viaggiato si è aggrappato al “suo scoglio” che gli ha dato la salvezza, ma anche tanto dolore.
Graziella Maltese Torrione ForioLuigi Castaldi mi spiega anche che Maltese, quando già viveva al Torrione, entra in conflitto con l’Amministrazione di Forio e dà vita a una singolare protesta: scrive poesie satiriche. Maltese aveva chiesto all’Amministrazione un finanziamento per una scuola di disegno e scultura. Gli Amministratori, tuttavia, prima gli promettono i soldi, poi glieli negano indirizzandoli a una scuola di francese. In quei tempi il francese è importante per i rapporti commerciali. Maltese però la prende male e le sue poesie in foriano Cerrenne (vagliando) prendono di mira i Notabili del luogo e hanno molto successo. Le poesie sono pubblicate anonime, ma i sospetti sono subito molto forti. Solo dopo la sua morte il sospetto diventa certezza. Il giornalista e poeta, Luigi Patalano, a conoscenza dei fatti, svela tutto a un amico.
Intanto la sua attività di scultore e poeta continua al Torrione, dove conosce la pittrice inglese Fanny Jane Fairer che nel 1901 diventa sua moglie. Per Maltese sembrano aprirsi le porte della tranquillità. Ma pochi anni dopo, nel 1913, Maltese muore. Guardando il mare.
Io non posso che ringraziare Luigi Castaldi per avermi fornito l’opportunità di vivere questo luogo meraviglioso e conto di tornarci presto.